giovedì 25 ottobre 2007
Con il breve testo che segue, chiudo per il momento la serie di racconti fantastici riguardanti gli strani esseri che si possono trovare nelle grotte. Ho già scritto, infatti, di diafane principesse e di mostri assetati di sangue; questa volta - pur restando sempre nel paranormale - ci immergeremo invece in atmosfere più spirituali e new-age…
Lui
Da sempre, io sono una persona che crede solamente a quello che vede. Fantasie, convinzioni strane, esoterismi vari li lascio volentieri a chi ha tanto tempo da dedicare anche alle cose inutili e dispersive. Io sono un tecnico, una persona concreta, uno che deve toccare le cose. Eppure mi è successo qualcosa di veramente inaspettato. Scrivo oggi queste poche righe, perché quello che è accaduto solo ieri l’ho ancora perfettamente stampato nella mente … e non potrebbe essere altrimenti.
Ero sceso in grotta e procedevo da solo. Gli altri compagni di esplorazione erano più avanti ed avanzavano velocemente armando la cavità. Io seguivo con più calma, ma senza preoccuparmi: i tanti anni di speleologia mi permettono di rimanere a mio agio nel sottosuolo, anche se resto senza compagnia. Il pozzo era di profondità media, avrà avuto una trentina di metri. Dopo aver disceso la prima campata, fermo in corrispondenza di un chiodo, ero indaffarato a portare il discensore sul secondo tratto della corda. Ed è a questo punto che è successo l’incredibile. Ammetto che non avevo tanta luce, che ero un po’ affannato e che forse in questo periodo sono un po’ esaurito, ma ho sentito una specie di suono alle mie spalle. La prima impressione è stata quella di uno spostamento d’aria, di un leggero battito di ali. Mi è sembrato strano perché i pipistrelli, unici abitatori volanti delle grotte, producono un rumore particolare, veloce e facilmente identificabile e, in quel caso, si trattava di qualcosa di completamente diverso. Leggermente allarmato, mi sono girato e mi sono trovato di fronte a Lui. Immaginate la mia espressione: avevo davanti, a pochi metri di distanza, una persona che mi fissava. Attenzione, in grotta uno si aspetta di trovare qualcuno vestito con la tuta, con la luce sul casco ed appeso ad una corda. Mi stava di fronte, invece, un essere (usa questo termine, anche se non so se sia quello giusto) vestito con una specie di tunica chiara e lunghi capelli biondi che ricadevano sulle spalle. Ma come riusciva quel coso a stare sospeso in mezzo al pozzo, senza l’ausilio di alcuna attrezzatura? La verità mi si è parata davanti con la violenza di uno schiaffo: con un leggero soffio, alle spalle di quella figura si sono allargate due ampie ali piumate, di un pallido color ambrato.
Quest’ultima informazione mi ha dato il colpo finale. Ho iniziato a tremare, ho sentito un brivido gelido alle spalle, ho chiuso gli occhi per rifugiarmi nell’oscurità, ma riaprendoli ho scoperto con sgomento che quel ragazzo biondo e bello era sempre lì. Ci sono delle cose che sono difficili da accettare. L’immagine che avevo davanti agli occhi doveva essere necessariamente un’allucinazione, il frutto della mia fantasia malata. Ma ogni qualvolta volgevo lo sguardo verso il centro del pozzo, quella fantastica figura appariva nella sua eccezionalità, nella sua evidente impossibilità di essere vera.
Lui continuava a guardarmi sereno. Cosa voleva da me, perché proprio io, cosa significava tutto ciò?
Lentamente l’essere, con un colpo d’ali, si è avvicinato ulteriormente. Io sono rimasto bloccato, fermo, in attesa di ciò che poteva succedere. Quando oramai era ad un metro da me, sempre sorridendo, il giovane ha alzato lentamente la mano, indicando la mia attrezzatura di discesa. Poi, con un rapido movimento, si è girato ed è scomparso. Non so dire se si è allontanato velocemente o se semplicemente si è dissolto: un attimo prima c’era, un secondo dopo era sparito.
Io sono rimasto solo, quasi sotto shock. Mi era successa una cosa fantastica, incredibile, unica. Ma quali prove avevo che tutto ciò fosse veramente accaduto? E’ stato solo un sogno?
Sono ritornato lentamente alla realtà e mi sono quindi concentrato per concludere la discesa del pozzo. E’ stato allora che, guardando la mia attrezzatura, proprio quella indicata dall’essere alato, ho notato che il discensore era appeso ad un moschettone rimasto inavvertitamente aperto che, se sollecitato, si sarebbe sicuramente sganciato. Se mi fossi appeso alla corda, la caduta sarebbe stata inevitabile ...
Nonostante sia passata una giornata dall’episodio che vi ho narrato, penso ancora continuamente a quel fatto eccezionale. Sono salvo per miracolo ed uso questo termine a proposito. Qualcuno mi ha avvertito del grave pericolo e, per questo motivo, oggi posso essere qui a raccontarlo. Quando ho spiegato tutto ad i miei compagni, ho ricevuto in risposta risate e sberleffi: c’era chi mi consigliava di limitarmi nell’alcol, chi affermava che - essendo oramai troppo vecchio - dovevo stare attento alle allucinazioni da fatica, chi mi redarguiva ridendo sul pericolo legato all’uso sconsiderato delle droghe pesanti … nessuno mi voleva credere.
Io, però, ci ho pensato a lungo ed ho tratto le mie conclusioni: rimango ancora, nonostante tutto, una persona razionale e concreta, ma mi fa un certo piacere immaginare che alle mie spalle, invisibile e discreto, ci sia un bel ragazzo - biondo ed alato - che in qualche modo vigila su di me e sulle mie maldestre azioni. Ne abbiamo proprio bisogno, nei strani tempi in cui viviamo …
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