lunedì 30 ottobre 2006

Sono tanti anni che mi occupo di speleologia e di divulgazione speleologica. Ho scritto libri, ho redatto articoli per riviste e ricerche che ho presentato a convegni e congressi. Talvolta ho collaborato con i giornalisti per cercare di spiegare ad un pubblico più vasto gli aspetti curiosi ed affascinanti del mondo sotterraneo. In molte occasioni ho anche tenuto conferenze, che hanno interessato i pubblici più eterogenei: dalle classi dell'asilo alle associazioni della terza età. Fra tutte queste vie, fra i tanti modi attraverso i quali è possibile comunicare agli altri, mi mancava, però, quello più diretto e spontaneo, quello che si fa in prima persona conversando a bassa voce con un amico, parlando e ragionando, forse, più con se stessi che con gli altri.
Così è venuta fuori l'ipotesi del blog, di un diario tematico legato a quello che è l'argomento a me più congeniale. Di blog in rete ce ne sono tantissimi, alcuni interessanti, altri completamente inutili ed insignificanti. Ma, personalmente, il mezzo informatico e la possibilità di raggiungere un pubblico amplissimo, mi stimolano alquanto. Spero che i temi che tratterò possano interessare e che le notizie che riporterò accendano nuovi interessi, per il momento latenti, in qualche navigatore solitario della rete.
Se nessuno si avvicinerà, andrà bene lo stesso, avrò comunque messo ordine fra le tante idee ed i vari ragionamenti riguardanti la mia attività preferita: lo studio e l'esplorazione di quello che sta sotto i nostri piedi, delle tante testimonianze del passato che non aspettano altro di essere ritrovate e meglio conosciute. Le informazioni che seguiranno sono ovviamente frutto del mio lavoro, ma si legano - strettamente ed inevitabilmente - alla ricca attività svolta negli ultimi trent'anni dalla Società Adriatica di Speleologia di Trieste.


Perché questo titolo

Devo ammettere che il titolo dato al blog "Le radici di Trieste" non è completamente farina del mio sacco, ma trova spunto in un libro scritto da Andrea Gobetti nel 1982. In quel caso il libro era intitolato "Le radici del cielo" e riguardava genericamente le grotte "… luogo dove l’esploratore trova forse una risposta per se e per tutti, in quel buio impalpabile che si apre sotto i nostri piedi e sotto la materia spessa e pesante delle nostre cose, e da cui si dipartono le radici di tutto; anche, appunto, del cielo". Traslando tale idea all'argomento delle cavità artificiali, a me particolarmente caro, ho unito questo ragionamento al concetto di radici quali inizio e principio dello sviluppo di un territorio urbano. In definitiva, quindi, "Le radici di Trieste" intese come prolungamento tentacolare, fisico e materiale, della città nel sottosuolo, ma anche come traccia sottile che ci riporta alle origini del centro abitato ed alla sua lunga storia e trasformazione.

I temi trattati

In questo blog si parlerà di sottosuolo, di grotte naturali e di cavità artificiali. Ci sarà spazio per riprendere notizie, presentare immagini, proporre considerazioni, racconti, sensazioni e ripensamenti. Citerò storie, tradizioni, leggende e resoconti di esplorazioni, non tralasciando di accennare alle tante attività complementari che riguardano la natura e le attività all'aria aperta.


Un caloroso benvenuto a tutti quelli che vorranno leggere queste pagine.


(Aggiornato in data 13.12.07)

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posted by Paolo at 19:06 |


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