martedì 10 aprile 2007

Ho già scritto un racconto, abbastanza lungo, che tratta di un essere fantastico che risiede in una grotta. Ritorno a trattare l’argomento, questa volta con un’ambientazione decisamente più horror… legata in qualche modo alla mia lunga ed immutata passione per le storie fantasy e fantascientifiche.

L’essere

Sto correndo nel bosco, oramai immerso nella penombra del tramonto che avanza.
Mi infilo veloce fra gli alberi, cerco di scansare i rami e gli arbusti, ma penso che - alla fine - mi raggiungerà. Non riesco più a percepire i rumori che prima sentivo immediatamente alle mie spalle, ma questo non vuole dire nulla. Lui, per quel poco che ho potuto capire e vedere, corre veloce e non viene certo fermato dall’oscurità.
Quante volte mi sono infilato in buchi ed anfratti del terreno in cerca di nuove grotte, quante volte ho percorso carponi stretti cunicoli per vedere cosa c’era in fondo al pertugio, ma mai mi era successa una cosa del genere. Dopo aver seguito i pochi metri di quello stretto passaggio, ho visto - alla luce della mia lampada elettrica - qualcosa che si muoveva in fondo alla galleria. Una sagoma indistinta, ma grossa, tremendamente grossa. Ho visto del pelo fulvo, delle membrane più scure, zampe ed artigli. Infine, dopo che si è rivoltata, ho visto i suoi occhi, due punti rossi e luminosi che mi fissavano. Non ho aspettato di capire che cosa si trovasse davanti a me, mi sono girato e sono scappato. Sono uscito dal cunicolo rapidamente e, viste le sue esigue dimensioni, ho sperato che quel coso non riuscisse a passare. Mi sono quindi allontanato ma, quando mi sono girato, ho visto che l’essere stava invece per uscire all’esterno. Prima è comparsa una specie di zampa, poi un arto più piccolo ma con possenti artigli. Infine è comparsa la testa. Cominciava ad imbrunire, per cui non sono riuscito a capire fino in fondo di che strano animale si trattasse. All’inizio mi era sembrato quasi un grosso pipistrello, ma poi ho visto in lui qualche tratto quasi felino, un animale sinuoso con lunghi denti bianchi. Infine, quando si è posizionata meglio, la strana figura mi ha ricordato quella di un cinghiale, solo con delle protuberanze sulla schiena che sembravano quasi ali rattrappite. Devo dire che non mi sono fermato a studiare cosa realmente fosse: era di certo una bestiaccia brutta, grossa come un bue, dalla forma non definita e sicuramente cattiva. Lo si capiva dagli occhi scintillanti e dalle zanne che luccicavano bianche nell’oscurità che stava scendendo. E poi quell’essere ce l’aveva con me. Probabilmente l’avevo disturbato, avevo violato la sua tana, il suo ambiente, e lui si era arrabbiato. Ed ora voleva farmela pagare.
Corro più veloce che posso, anche se il fiato comincia a mancare. Ce la sto mettendo tutta perché un po’ più avanti è posteggiata la mia automobile, che mi aspetta all’inizio della strada sterrata. Cerco di capire se c’è ancora qualcosa che mi sta inseguendo, ma sento solamente dei fruscii indistinti alla mia destra. Non rimane che continuare a correre ...
Finalmente vedo la mia automobile, mi precipito verso la portiera, infilo la chiave e sono dentro. Un solo colpo ed il motore si mette in moto e posso partire. Non sono un grande guidatore di fuoristrada, ma cerco di mettere più spazio possibile fra me e l’animale. Sembra quasi che tutto si volga per il meglio finché, passando davanti al tronco di un grande albero, non distinguo una massa scura in agguato: l’essere mi ha preceduto, per tagliarmi la strada. Nella penombra illuminata dai fari posso solo scorgere una specie di sagoma che si protrae in avanti con l’intenzione di colpirmi. Un colpo di sterzo, una sbandata e poi un’improvvisa accelerata. E’ tutto quello che posso fare, ma sembra che, fortunatamente, sia sufficiente. Una specie di zampa pelosa, con radi ciuffi di pelo irsuto su una pelle più scura, quasi incartapecorita, cala nell’aria appena alla destra della mia autovettura. Poi si ritrae, si sposta e scende in un ultimo fendente ad artigli protesi. Sento un grosso colpo alla parte posteriore della macchina, ma continuo ad accelerare e sono oltre. Ancora qualche centinaio di metri ed arrivo sulla strada asfaltata, dove posso aumentare la velocità ed allontanarmi definitivamente da quel bosco e da quella strana creatura.
Dovrò spiegare alle autorità cosa è successo, dovrò informare chi di dovere sul pericolo che risiede in quel bosco, dovrò dire a tutti che un brutto essere, grosso e dotato di denti ed artigli, abita in una spaccatura del terreno fra gli alberi di quella montagna e potrebbe fare del male a qualche passante…
Poi penso che difficilmente qualcuno mi crederà, che non troverò ascolto, che non servirà a niente…
Mi fermo nel posteggio di una stazione di servizio, fra altre macchine che si muovono attorno a me. Scendo dalla vettura per prendere un po’ d’aria fresca. Sono stanco e frastornato, ed infine guardo la parte posteriore della mia automobile.
Sarà dura spiegare che non ho più la targa perché un grosso animale me l’ha staccata di netto con un colpo dei suoi artigli. Gli avvenimenti si sono succeduti veloci e non ho avuto nemmeno il tempo di pensare a cosa stava realmente accadendo. Guardando la carrozzeria ammaccata, la lamiera tagliata di netto e l’ampio squarcio che si trova proprio nella posizione dove prima c’era la targa, mi viene da pensare che l’ho scampata per un pelo.
La passione è tanta, ma non penso che andrò più su queste montagne alla ricerca di nuove grotte …

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posted by Paolo at 21:36 |


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