sabato 15 settembre 2007
Dopo un periodo veramente duro, ho deciso che per riprendermi un po’ dovevo fare un’uscita in montagna. Trattandosi di un giorno feriale ed avendo bisogno di ragionare su alcune cose, sono andato da solo. Il tempo non era dei migliori e nella mattinata ha piovuto parecchio, ma in compenso ho incontrato poca gente e ho avuto tutto il tempo necessario per pensare ai fatti miei. L’escursione non era niente di speciale, una semplice camminata sui monti dell’Osternig. La cima vera e propria l’ho addirittura tralasciata, in quanto completamente immersa nelle nuvole e quindi con visibilità zero.
Trovato un bel punto panoramico, con il vento che faceva correre brandelli di nebbia fra gli alberi, ho potuto rimuginare su quanto mi era successo negli ultimi tempi. Per prima cosa ho salutato mia madre, recentemente scomparsa. Poi ho pensato al senso della vita, alla futilità di molte cose che ci circondano, alla totale inutilità di ciò che spesso ci sforziamo di ritenere indispensabile. Diamo per scontato che tante circostanze ci siano dovute e quindi concentriamo le energie su falsi obiettivi che spesso sconfinano nel superfluo. Però non è scontata la salute, oggi c’è domani forse no. Non sono scontati gli affetti, assaporiamoli giorno per giorno. Non è dovuta l’amicizia, consideriamola un dono.
Ho quindi pensato alle tante persone che conosco e che stimo, in particolare quelle più giovani. Auguro a loro di riuscire a gioire delle cose belle che hanno, ma nella consapevolezza che forse non dureranno per sempre.
Alla fine, guardandomi attorno, osservando le cime circostanti, le rocce, i boschi, gli alberi, mi sono chiesto perché io mi trovi sempre così bene nell’ambiente naturale, l’unico nel quale riesco a trovare un po’ di serenità quando ne ho bisogno. Ho realizzato che tutto ciò mi è stato trasmesso da mia madre, nata e cresciuta in montagna. La ringrazio anche di questo.
Etichette: Ripensamenti e considerazioni