lunedì 30 luglio 2007
Questa domenica si è svolta una bella gita della SAS per la visita di una miniera della Carnia. Si tratta di un’opera estrattiva già documentata da un altro gruppo regionale, ma della quale avevo sentito parlare molto bene.
Siamo partiti da Trieste in dieci persone e, giunti in val d’Aupa, abbiamo iniziato a cercare il sentiero che ci doveva avvicinare alla miniera. Le descrizioni in nostro possesso erano però alquanto carenti e del percorso indicato non c’era alcuna traccia. Dopo alcuni tentativi, non è rimasto che affrontare direttamente il rio del Fous e risalirne il corso. Si è trattato di una tragitto non difficile, ma durante il quale è stato necessario prestare un po’ di attenzione nel superamento di massi e di passaggi scivolosi. Dopo una mezz’oretta siamo finalmente giunti all’entrata della “miniera bassa”. Si tratta di una semplice galleria posta su due livelli, in buon stato di conservazione. Qualche peripezia per permettere ad alcuni di noi di scendere i pozzetti che raggiungono la galleria “Costanza”, ma complessivamente un percorso facile e suggestivo di circa 450 m.
L’uscita è quindi proseguita nella ricerca della “miniera alta”. Raggiunta inizialmente una galleria di esplorazione con un’estensione di 50 m, abbiamo puntato verso l’alto, nella direzione nella quale doveva trovarsi la seconda opera estrattiva. Senza alcuna traccia di sentiero, è stato necessario risalire il ripido bosco fino a raggiungere una specie di cava a cielo aperto. In questo punto si aprivano gli imbocchi delle varie gallerie. Se la “miniera bassa” mi era sembrata abbastanza bella ed interessante, la “miniera alta” ha superato ogni mia aspettativa: una serie di gallerie, perfettamente conservate, alternate a grandi saloni, con vari ingressi che si affacciavano all’esterno. I giochi di luce, la complessità dello scavo e gli scorci sul paesaggio circostante hanno sicuramente ripagato la fatica fatta per raggiungere questa parte del complesso minerario.
Tre sono stati i punti che mi hanno colpito di più. In un tratto delle gallerie, il vento ha accumulato - probabilmente nel corso di molti anni - una strato di foglie secche che ha completamente invaso il pavimento. Per superare questo passaggio abbiamo camminato nelle foglie che arrivavano fino alle ginocchia: un’esperienza strana e curiosa.
In un’altra caverna, invece, era ancora presente un’intelaiatura di legno che, probabimente, faceva parte di una specie parete posta trasversalmente al passaggio. Di questo tramezzo, oggi è rimasta solamente la struttura di sostegno della porta, anch’essa non più presente. Il tutto dava, però, qualche idea di quelle che dovevano essere le sistemazioni fatte in questi vani, con opere in legno che delimitavano spazi e facilitavano in qualche modo la vita di chi, in questi ambienti, ci lavorava giorno dopo giorno. Sembrava quasi di poter veder comparire la figura di un vecchio minatore che si affacciasse ancora all’interno di quella vecchia sagoma di porta, in un gioco di sensazioni ed impressioni molto particolare.
Per finire, mi ha colpito particolarmente il ponte sospeso presente nei rami superiori della miniera. Il posto è particolarmente suggestivo: la galleria si affaccia su un terrazzo posizionato a pochi metri da una bella cascata che, dal suo stretto alveo, precipita nella forra sottostante. La galleria continua, però, anche dalla parte opposta della gola, larga in quel punto non più di 5 m. Il piccolo ponte di collegamento è oggi distrutto e sono presenti solamente due travature metalliche che passano da parte a parte. Sotto, varie decine di metri fino al torrente spumeggiante. Non abbiamo portato le attrezzature necessarie per superare questo passaggio (più impressionante che difficile), ma ci riserviamo di ritornare. In ogni caso, si tratta di un punto estremamente spettacolare e panoramico.
Terminata la visita delle miniere, siamo ritornati verso le automobili, scendendo lentamente sempre lungo il torrente, con i sacchi di materiale e gli zaini in spalla.
La giornata si è conclusa con la visita alla Sagra del gambero ad Amaro e con la visita di due belle opere sotterranee del “Vallo Littorio”, strutture militari quasi introvabili se non si è a conoscenza della loro esatta localizzazione.
In generale, si è trattato di una bellissima giornata passata all’aria aperta, visitando posti interessanti ed in ottima compagnia.
Visti i positivi risultati, mi vedrò costretto ad organizzare qualche altra uscita domenicale, per far conoscere ai miei giovani consoci qualche altro posto particolare e suggestivo del nostro vicino Friuli.
Nelle due foto si possono osservare rispettivamente le gallerie della miniera bassa e di quella alta (Foto Guglia).
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