giovedì 7 giugno 2007

Questa volta riporto alcune considerazioni riguardanti le tecniche costruttive una volta utilizzate per la realizzazione di strutture murarie, sia esterne che sotterranee. Recentemente, ho avuto spesso la possibilità di fermarmi ad osservare come i tecnici del passato realizzassero le loro opere e mi è sorto subito spontaneo un confronto fra quelle antiche soluzioni e quanto attualmente viene costruito. Le brevi conclusioni alle quali sono giunto le potrete trovare nelle righe che seguono.

Con una mano sfioro la cornice in rilievo, ruvida al tatto e dall'aspetto solido. Seguo il disegno della piccola volta, regolare e precisa, per scendere lungo lo spigolo verticale. Tutto è stato fatto a mano, pazientemente lavorato per ricavare forme precise che, incastonandosi l'un l'altra, hanno contribuito a comporre l'immagine architettonica voluta. Tanti frammenti di pietra, sagomati e levigati per unirsi ed assumere un nuovo significato. Non solo disegno essenziale e funzionale, ma anche la presenza di particolari che sconfinano nel bello, linee che servono a dimostrare come si possa costruire bene, con un riguardo all'armonia dell'insieme.
L'osservazione di questa piccola nicchia, costruita secoli fa, mi riserva tante sorprese. Nessun elemento risulta standardizzato come al giorno d'oggi, nessuna sequenza di forme tutte eguali ed intercambiabili, ma specifici pezzi creati per stare solo in quel posto ed in nessun altro.
Studio i sottili segni dello scalpello, che hanno dato forma alle singole pietre. Strumento povero che ha aggredito una materia povera, ma da questa unione è nato il "pezzo unico". Penso che oramai quest'arte si sia persa nel tempo. Oggi non è nemmeno prevista la presenza dello scalpellino che lavori sulla singola pietra, sul piccolo elemento che contribuisce alla costruzione complessiva. Oggi si lavora solamente in grande: enormi elementi prefabbricati, smisurate gettate di calcestruzzo, imponenti elementi prefiniti. Il risultato finale è sicuramente razionale ed efficace, ma se si osservano i particolari vedremo come tutto è approssimato, perso nella vaghezza degli stampi industriali.
Alcune strutture del passato hanno sfidato i millenni e sono ancora qui nella loro semplicità. Sono curioso di vedere cosa resterà, fra qualche centinaia d’anni, delle opere costruite oggi.

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posted by Paolo at 18:16 |


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