lunedì 26 febbraio 2007
Basta allontanarsi dalla città di Trieste ed è possibile trovare un altro importante punto dove si sono concentrate le notizie della presenza di particolari sotterranei. La baia di Sistiana, oggi in uno stato di notevole degrado ed in attesa di radicali interventi di ristrutturazione urbanistica, è stata sede (nel 1944) di una base tedesca di sommergibili tascabili Molch (Salamandra). Questo è un fatto accertato e sono disponibili varie documentazioni storiche, come ad esempio quelle riportate nell’ottimo sito internet curato dall’amico Claudio Pristavec. Ci sono voci, però, che non limitano questa base a delle semplici strutture di superficie, ma indicano la presenza di un bacino sotterraneo un tempo collegato al mare. In questo bacino, attraverso una galleria, entravano i sommergibili che potevano trovare un sicuro ricovero presso queste banchine protette. Quando si parla di questa caverna, emergono particolari addirittura inquietanti (come il fatto che vi siano ancora due sommergibili ancorati al suo interno), ma nessuno riesce a indicare esattamente il suo accesso. C’è sempre un amico, un parente, un conoscente che è entrato in questa camera sotterranea, ma poi non c’è nessuno che riesca a ricordare il punto esatto dell’ingresso. C’è chi indica il paretone posto sotto quello che viene chiamato “l’occhio del diavolo” (si tratta di un posto di vedetta strapiombante sul mare, appartenente al retrostante sistema fortificato), ma centinaia di subacquei hanno perlustrato l’area - per altro ricca di acque dolci sorgive - senza trovare nulla. Altri hanno puntato l’attenzione su un tratto intermedio delle falesie fra Sistiana e Duino, ed altri hanno addirittura fatto riferimento all’area subito sottostante la cosiddetta “galleria naturale” presente lungo la strada costiera. Tante indicazioni, ma nessun riscontro positivo. Si è parlato di frane, di esplosioni che hanno occluso la bocca originale di accesso. Alcuni hanno anche avanzato l’ipotesi che l’ingresso sia stato realizzato molto più al largo rispetto alla linea di costa ed è per questo che non è stato ancora ritrovato. Tante sono state anche le ricerche fatte a terra. Nel corso degli anni, intere generazioni di giovani ardimentosi hanno esplorato minuziosamente ogni palmo della parete strapiombante, visitando i vari cunicoli praticati nella roccia a pochi metri di altezza rispetto al piazzale. In alcuni è stato rilevata la presenza di cisterne piene d'acqua, in altri i cunicoli piegano ad angolo e si interrompono improvvisamente. Non è chiaro quale utilizzo abbiano avuto questi passaggi scavati nel calcare, ma è certo che non conducono a nessuna ampia caverna facente parte dell’approdo ipogeo. Anche il complesso sotterraneo posto nell’angolo ovest della vecchia cava è stato accuratamente analizzato. Sono state visitate le gallerie dotate di più ingressi, la postazione in caverna per il cannone da 88 mm, il ricovero chiuso originariamente da porte corazzate e la postazione per la mitragliera.
Si tratta di un interessantissimo complesso, che non presenta però ulteriori sviluppi sconosciuti. Una decina di anni fa, era emersa la notizia che nel camping realizzato sopra il bordo della cava sia stato rinvenuto un sistema di scale in muratura che scendeva in profondità, ma ogni ulteriore ricerca in tale direzione non ha portato a risultati concreti. Altre presunte testimonianze (sempre indirette e lacunose) ricordavano come la grande frana presente lungo la parete della cava non fosse altro che un accumulo di materiali provocato con un’apposita esplosione a chiusura dell’ingresso della caverna. Nonostante alcuni sondaggi, le ingenti dimensioni della frana non hanno permesso di rintracciare nulla di nuovo. Nel corso delle ricerche, ognuno ha cercato di seguire le tracce che riteneva più importanti. C’è chi ha seguito l’aria, percorrendo un breve cunicolo che, effettivamente, presenta un’anomala corrente ascensionale, ma per il momento senza alcun risultato. C’è poi chi ha seguito l’acqua, constatando come - durante i grandi acquazzoni - l’intero piazzale si allagasse in seguito ad una massiccia fuoriusciva idrica dai materiali posti alla base della parete verticale, ma anche questo indizio non ha portato ad alcun ritrovamento.
Esiste, quindi, la base dei sommergibili? Come sopra affermato la base è effettivamente esistita, con uno sviluppo in superficie di cui sono reperibili documenti e fotografie. Molto più difficile credere nella presenza di una grande caverna allagata all’interno della quale si attraccavano i sommergibili, in quanto nonostante le ricerche, nessun indizio della sua presenza è mai stato rintracciato. Personalmente, penso che la base sotterranea sia una leggenda, la convinzione di alcuni ricercatori basata più sulle speranze di un eccezionale ritrovamento che su elementi oggettivi e concreti.
Certo, nel caso qualcuno riesca a forzare una fessura e trovare il bacino sotterraneo con due sommergibili ancorati alle banchine, mi chiami pure. Mi rimangerò volentieri le mie affermazioni, farò penitenza e sarò quindi disponibilissimo a dare una mano nel proseguo delle ricerche.
La foto ritrae la parte più a nord-oves della baia di Sistiana, quella dove sono presenti alcune fortificazioni sotterranee (Foto Guglia)
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