lunedì 3 dicembre 2007
Guardando fra le vecchie fotografie, ho trovato alcune immagini relative ad un campo invernale organizzato dalla SAS nella zona di Pielungo (anno 1978 ?).
Pur avendo fatto, in tale occasione, un’intensa attività speleologica, devo dire che - curiosamente - non rammento oggi alcunché di tutto quello che è successo nel sottosuolo. Ho però una precisa memoria di quanto è accaduto negli intervalli fra un’uscita in grotta e l’altra.
Mi sovviene che abbiamo dormito in un fienile e di come il padrone dell’edificio, venuto con l’intento di cacciarci dalla sua proprietà, sia stato alla fine impietosito dal nostro aspetto dimesso e ci abbia fatto rimanere. Ho perfettamente in mente alcune lunghe scarpinate che abbiamo fatto di notte: era inverno e l'oscurità scendeva presto. Allora noi partivamo da Pielungo per raggiungere a piedi la trattoria che si trovava a Pradis Grotte, a circa otto chilometri di distanza. Si trattava di un percorso lungo e buio, spesso spazzato dal vento gelido e dove talvolta si formavano lastre di ghiaccio. Arrivati nella trattoria si faceva baldoria fino a tardi con gli amici del posto, che conoscevamo da anni, per poi rientrare - a notte fonda - al fienile dove dormivamo. In alcuni casi abbiamo impiegato anche quattro ore per ritornare, sia a causa del grande freddo, sia della quantità d’alcol ingerita (d’altra parte era più che giustificata l’assunzione di una dose personale di antigelo…).
Di quelle camminate ricordo ancora oggi il cielo stellato. Penso che quella sia stata l’ultima volta in cui ho visto davanti ai miei occhi tutto il luminoso firmamento. Una miriade di punti luccicanti che disegnavano la via lattea, non disturbati da alcuna fonte luminose artificiale. L’atmosfera tersa di quei giorni e l’aria cristallina facevano poi il resto. Quello spettacolo unico, il numero di stelle visibili e la loro brillantezza, rimarranno per me un preciso riferimento, che ben difficilmente sarà possibile superare in altre occasioni.
Devo dire che mi mancano un po’ questi campi, non solo per la possibilità di fare una sana attività speleologica, ma principalmente per la compagnia degli amici e la condivisione di un’esperienza dura ma gratificante.
L’immagine ritrae gli amici Libero Degrassi e Fabio Longo davanti al fienile dove dormivamo (Foto Guglia).
Pur avendo fatto, in tale occasione, un’intensa attività speleologica, devo dire che - curiosamente - non rammento oggi alcunché di tutto quello che è successo nel sottosuolo. Ho però una precisa memoria di quanto è accaduto negli intervalli fra un’uscita in grotta e l’altra.
Mi sovviene che abbiamo dormito in un fienile e di come il padrone dell’edificio, venuto con l’intento di cacciarci dalla sua proprietà, sia stato alla fine impietosito dal nostro aspetto dimesso e ci abbia fatto rimanere. Ho perfettamente in mente alcune lunghe scarpinate che abbiamo fatto di notte: era inverno e l'oscurità scendeva presto. Allora noi partivamo da Pielungo per raggiungere a piedi la trattoria che si trovava a Pradis Grotte, a circa otto chilometri di distanza. Si trattava di un percorso lungo e buio, spesso spazzato dal vento gelido e dove talvolta si formavano lastre di ghiaccio. Arrivati nella trattoria si faceva baldoria fino a tardi con gli amici del posto, che conoscevamo da anni, per poi rientrare - a notte fonda - al fienile dove dormivamo. In alcuni casi abbiamo impiegato anche quattro ore per ritornare, sia a causa del grande freddo, sia della quantità d’alcol ingerita (d’altra parte era più che giustificata l’assunzione di una dose personale di antigelo…).
Di quelle camminate ricordo ancora oggi il cielo stellato. Penso che quella sia stata l’ultima volta in cui ho visto davanti ai miei occhi tutto il luminoso firmamento. Una miriade di punti luccicanti che disegnavano la via lattea, non disturbati da alcuna fonte luminose artificiale. L’atmosfera tersa di quei giorni e l’aria cristallina facevano poi il resto. Quello spettacolo unico, il numero di stelle visibili e la loro brillantezza, rimarranno per me un preciso riferimento, che ben difficilmente sarà possibile superare in altre occasioni.
Devo dire che mi mancano un po’ questi campi, non solo per la possibilità di fare una sana attività speleologica, ma principalmente per la compagnia degli amici e la condivisione di un’esperienza dura ma gratificante.
L’immagine ritrae gli amici Libero Degrassi e Fabio Longo davanti al fienile dove dormivamo (Foto Guglia).
Etichette: Grotte naturali