mercoledì 22 agosto 2007

Penso che gli unici che conoscono bene questa storia sono solamente i diretti interessati ma, trascorsi tanti anni, è oggi possibile confessare a tutti quello che è successo nel ventre dell’altopiano carsico di Pradis. Ovviamente devo spiegare a cosa mi riferisco e fare un po’ di storia.
La SAS operava da qualche tempo nell’area di Pradis Grotte e, su indicazione di qualche consocio proveniente da un altro gruppo, si cercava allora di fare qualche importante ritrovamento nella Fossa di Noglar, grotta nella quale la SAG aveva lavorato per molti anni. Il nostro progetto era quello di trovare un ingresso secondario, di rilevare i rami interni e di procedere con il collegamento alla vicina grotta di La Val. Ad esclusione del primo obiettivo, gli altri due traguardi sono stati ampiamente raggiunti.
Ma procediamo per gradi. Dopo qualche uscita preliminare per ambientarci, è stata organizzata la spedizione che doveva portare ai primi concreti risultati. Si trattava di strisciare lungo i cunicoli (i cosiddetti "bigoli") per quasi due chilometri, raggiungere le grandi caverne terminali, organizzare un campo interno e procedere quindi nei rami finali in cerca di nuove prosecuzioni. La squadra era composta, complessivamente, da una decina di persone. Un primo gruppo doveva entrare con un giorno di anticipo e portare un po’ di materiale per la progressione e qualche attrezzatura per il campo. Il secondo gruppo doveva invece trasportare tutto il materiale rimanente e dare man forte nelle esplorazioni. Non ricordo bene tutti i componenti della spedizione, ma sicuramente nella prima squadra c’eravamo io, Libero Degrassi, Aldo Zadro e - mi sembra – Walter Baldinelli (Baldo). Nella seconda squadra rammento Erwin Pichl, Maurizio Lussetti (Leo), Roberto Hechic e qualche altro.
Noi siamo entrati con puntualità e, dopo aver percorso strisciando tutti quei lunghissimi passaggi alti non più di 50 cm, siamo arrivati alle grandi caverne terminali. Dopo aver trovato il punto adatto, abbiamo fissato i teli di nailon, sistemati i sacchi a pelo, organizzata la cucina e preparata la riserva d’acqua. A questo punto ci siamo messi a riposare, in attesa della seconda squadra. Sono passate le ore, ma nessuno arrivava all’appuntamento. Abbiamo così iniziato a preoccuparci, non essendoci nessuna possibilità di comunicare con l’esterno. Con molte ore di ritardo abbiamo sentito, finalmente, qualche voce ed ecco comparire la squadra che stavamo aspettando, con le dovute attrezzature.
Anche da una prima occhiata si poteva capire, però, che qualcosa non aveva funzionato: intanto si trattava di sole quattro persone rispetto alle sei previste e poi mancavano all’appello vari sacchi di materiali. Guardando in faccia gli amici, era inoltre evidente che era successo qualcosa di grave e ben presto abbiamo compreso di cosa si trattava: una ricca festa a base di salsicce e di vino si era conclusa in un’ecatombe alcolica, con compagni tramortiti e altri dispersi nei boschi attorno all’ingresso.
I reduci dei bagordi, sistemati gli infermi, avevano cercato di raggiungerci, trasportando a caso qualche sacco, ma da una verifica approfondita è risultato che tutte le riserve del mangiare e parte del materiale da campo (sacchi a peli e materassini) erano rimasti all’esterno.
A questo punto sono scoppiati improperi ed imprecazioni, ma il danno era oramai fatto: nonostante le buone intenzioni, non era possibile sostenere il campo per il tempo inizialmente previsto.
Fatta una rapida votazione, quasi tutti hanno deciso che, non essendoci nulla da fare, bisognava uscire. Solamente io e Libero Degrassi abbiamo invece optato per rimanere ancora in grotta, razionando quel poco che rimaneva da mangiare.
E’ a questo punto che è stata fatta un’azione non proprio encomiabile: vista la nostra scelta di rimanere in grotta, l’unico sacco con i viveri è misteriosamente scomparso dietro a delle concrezioni. Gli altri, decisi ad uscire, avevano previsto di fare fuori tutto quello che era disponibile prima di cercare di dormire qualche ora, per poi dirigersi verso l’uscita. C’è stata quindi una grande delusione quando questi speleo "rinunciatari" hanno dovuto coricarsi a pancia vuota.
Dopo la partenza degli amici siamo rimasti in due e devo dire che, vista la grande amicizia che ci legava, è stata una gran bella esplorazione. Abbiamo trovato e rilevato svariate centinaia di metri di nuovi cunicoli e gallerie, compresa una grande caverna ed un ampio sifone che raccoglie tutte le acque di quel settore di cavità.
Un accenno bisogna farlo, però, anche ai viveri che avevamo nascosto. Aprendo il sacco ci siamo accorti che questo conteneva, oltre a qualche scatoletta di tonno, solamente una bella riserva di cioccolato in polvere Nesquik ed un contenitore con cicoria lessata. Non so chi abbia previsto e preparato tali strani cibi, ma è con questi che ci siamo alimentati per i tre giorni che abbiamo passato nella parte profonda della Fossa del Noglar. L’ultimo giorno, si sono assottigliate notevolmente le scorte: era rimasto solamente il fondo del contenitore con la cicoria ed un vasetto di cioccolato. L’idea geniale è stata quella di unire i due componenti: ricavando così un’innominabile intruglio di cicoria alla cioccolata oppure, se preferite, di cioccolata alla cicoria. Oggi fa senso solo a sentirne parlare, ma in quell’occasione ci siamo contesi fino all’ultimo boccone.
Anche di questa esperienza mi rimangono alcuni punti fermi: il primo riguarda l’opportunità di evitare feste e bevute prima di una spedizione speleo. Sicuramente ci saranno state le giuste motivazioni per brindare in onore della speleologia, delle grotte e dei compagni (magari proprio noi già da ore all’interno della cavità), ma i risultati finali hanno dimostrato ampiamente come alcol ed attività speleologica di un certo livello non siano compatibili in nessun modo tra loro.
La seconda convinzione è quella che anche una squadra ridotta a due persone, se motivata ed affiatata, può fare un grandissimo lavoro esplorativo e penso che il sottoscritto e l’amico Libero l’abbiano ampiamente dimostrato nel corso di quella uscita.

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posted by Paolo at 20:33 |


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