domenica 19 agosto 2007

H
o già raccontato di risalite su ghiaccio fatte con piccozze e ramponi, perciò potete immaginare cosa è successo quando è giunta in sede della SAS la notizia che, a causa del prolungato freddo, la cascata della val Rosandra si era completamente ghiacciata.

Il giorno dopo, Walter Cesaratto ed io, ci siamo subito organizzati e siamo partiti. Giunti sul posto, abbiamo scoperto che tutta la cascata risultava completamente ghiacciata, ma non era così per il sottostante laghetto: non era quindi possibile attaccare la colata dal basso. Abbiamo quindi optato per fissare una corda alla sua sommità, calarci il più possibile e quindi risalire. Intanto devo dire che a metà della cascata siamo potuti entrare in uno stretto pertugio che conduceva ad un’incredibile stanzetta creata fra la struttura cristallina e la roccia, tutta adorna di stalattiti e stalagmiti di ghiaccio. A questo punto, discesi ancora per qualche metro, abbiamo iniziato la risalita. Non è stata un’ascesa particolarmente elegante e la corda fissa ha permesso divagazioni stilistiche forse improponibili in altre circostanze. Comunque, lentamente, siamo saliti metro dopo metro fino a raggiungere la sommità del salto. Siamo usciti che oramai era il tramonto, circondati da un mondo cristallino che si tingeva di rosso, per perdersi ben presto nel buio della notte.
Non so quante persone hanno avuto la possibilità di vivere la nostra esperienza, ma ancora oggi, quando scendo in val Rosandra e giungo al cospetto della cascata, penso a quella piccola avventura ed all’effimero mondo di ghiaccio che abbiamo scalato, piccolo universo trasparente che, qualche giorno dopo, si è definitivamente sciolto scomparendo per sempre.

L’immagine ritrae l’amico Walter in azione, durante la risalita della cascata (Foto Guglia).

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posted by Paolo at 09:42 |


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