domenica 13 maggio 2007
Non potevo arrivare in Sardegna e non visitare anche alcune delle sue grotte naturali. Ovviamente il tempo era estremamente ristretto e ho dovuto necessariamente tralasciare quelle cavità che tante volte avevo ammirato in articoli e pubblicazioni, come Sa Oche, Su Bentu o Su Spiria.
Mi sono rifatto, però, visitando alcune grotte turistiche che dovrebbero comunque rappresentare degli esempi significativi per quanto riguarda il panorama complessivo del mondo sotterraneo dell’isola. Ho visto tre grotte che mi sono decisamente piaciute, ognuna caratterizzata dalle proprie peculiarità, che sono quella di Santa Barbara a Iglesias, quella di Is Zuddas a Santadis e quella di San Giovanni a Domusnovas.
La prima è raggiungibile attraverso le gallerie di una miniera oggi non più in attività e presenta una notevole ricchezza di concrezioni e cristallizzazioni. Alle bianche colonne e colate si contrappongono delle pareti completamente tappezzate da scuri cristalli tabulari di barite. Veramente una bella cavità, paragonabile a poche altre che ho visitato nel passato. La grotta di Is Zuddas è invece il paradiso delle concrezioni eccentriche. Alla fine di una serie di saloni abbastanza spogli e danneggiati (decisamente bruttini), infatti, si aprono alcuni vani dove sono visibili queste rarissime cristallizzazioni aragonitiche. Tale fenomeno mi ha colpito perché, dalle mie parti, non sono certo presenti concrezioni di questo tipo ed il ritrovamento di una piccola eccentrica di qualche centimetro sembra già un fatto eccezionale.
La terza grotta visitata è quella di San Giovanni a Domusnovas. Si tratta di una cavità abbastanza conosciuta, un vero e proprio traforo idrogeologico all’interno del quale è stata realizzata una strada carrozzabile. Oggi tale strada è interdetta al traffico ed è stato previsto un apposito sistema di illuminazione. Pensavo fosse una semplice e spoglia galleria che attraversava il monte, ma ho dovuto ricredermi. Le concrezioni, la vastità dei saloni e giochi di luce sul corso d’acqua che scorre al suo interno hanno rivelato una grotta di notevole interesse e spettacolarità, che localmente posso paragonare solamente alla parte iniziale dell’abisso dei Viganti.
Se questo è stato un semplice assaggio del sottosuolo sardo, non rimane altro che avere l'occasione opportuna per visitare tutto il resto, però munito di casco ed attrezzatura, e lontano da percorsi turistici.
Sardegna aspettami, che non appena possibile ti raggiungo nuovamente …
Nella prima immagine una cristallizzazione aghiforme della grotta Is Zuddas. Nella senconda l'entrata della grotta di San Giovanni (Foto Guglia).
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