martedì 30 gennaio 2007

Quando si viene a sapere che mi interesso di cavità artificiali, quasi sempre mi rivolgono tre domande, che si vede sono legate a dei temi molto sentiti a Trieste.
Le domande sono: avete trovato il tribunale dell’Inquisizione dei Gesuiti? Siete entrati nell’estesa rete di sotterranei che corre sotto Cittàvecchia? Esiste veramente una base di sommergibili nella baia di Sistiana?
Forse potranno essere posti in una sequenza diversa, ma gli argomenti affrontati saranno inevitabilmente questi. La mia risposta, quando non ho la voglia o il tempo per approfondire, è la seguente: "Non c’è niente di vero, si tratta solo di leggende!"
Ovviamente questa è una posizione semplicistica, che vuole tagliare sul nascere una discussione che, quasi sempre, non porterebbe da nessuna parte. In realtà ognuna delle tre tematiche merita una risposta seria ed articolata, ed è proprio quello che cercherò di fare in questa sede.


A
vete trovato il tribunale dell’Inquisizione dei Gesuiti? A questa prima domanda si possono dare varie risposte, a seconda di dove si vuole andare a parare. Quella più seria ed obiettiva potrebbe essere: "Siamo entrati nei sotterranei nei quali la credenza popolare vuole sia stato insediato un tribunale dell’Inquisizione", nel senso che le camere, le nicchie e le varie stanze descritte fin dalla fine dell’ottocento sono state visitate e documentate, ma tutto questo non ha nulla a che fare con l’Inquisizione. Sotto alla chiesa di Santa Maria Maggiore vi sono effettivamente dei vani, che considero anche abbastanza interessanti sotto l’aspetto costruttivo, ma potrei quasi escludere che questi possano essere stati collegati in qualche modo alla presenza di un tribunale inquisitoriale. Non c’è alcuna corrispondenza temporale (l’edificio sacro è stato completato appena nell’anno 1682) e gli stessi Gesuiti, che hanno retto la chiesa fino all’anno 1773, possono essere considerati un ordine alquanto marginale nell’azione repressiva del Sant'Uffizio.
Un ultimo appunto può essere fatto anche relativamente alla presenza di documenti. I tribunali dell’Inquisizione operavano apertamente, con l’intento di spaventare la gente e quindi di prevenire l’insorgere di comportamenti eretici contrari al rigido credo dettato dal clero e dal Papa. Ogni processo è stato quindi documentato e reso pubblico, ed i relativi atti sono stati regolarmente inviati a Roma. Non esiste, però, alcun documento che parli di un tribunale insediato a Trieste. Vi sono accenni di un tribunale a Capodistria ma, di fatto, le autorità asburgiche non hanno mai ammesso il funzionamento stabile dell'Inquisizione nei loro territori.
Sulla base di quanto sopra riportato, risulta ben difficile anche solo ipotizzare l’insediamento di un tribunale nei sotterranei della chiesa dei Gesuiti. Si tratta di vani affascinanti e misteriosi, recentemente interessati da una radicale azione di pulizia e ripristino svolta dalla SAS, ma nulla di più.
Rimane il fatto che alcune voci autorevoli, fin dagli ultimi anni del XIX secolo, hanno presunto l’attività dell’Inquisizione in questi ambienti. Tale interpretazione aveva il pregio di giustificare, all’epoca, la presenza di ossa nei sotterranei (resti di sepolture come in quasi ogni chiesa), accontentando anche i sentimenti anticlericali presenti in molti autori. La congettura ha quindi trovato terreno fertile nella fantasia degli abitanti del rione che, convinti dal continuo ripetersi della notizia sui giornali e - in seguito - perfino alla televisione, hanno dato origine ad una convinzione popolare oggi molto radicata. Il tutto, quindi, da considerarsi come frutto della fantasia e dell’interpretazione romantica di chi, molto spesso, non è nemmeno sceso in questi sotterranei. In ogni caso, l’idea del tribunale operante nei sotterranei della chiesa di Santa Maria Maggiore ha rappresentato il primo e fondamentale tassello nella nascita ed evoluzione della leggenda dei sotterranei triestina.


L'immagine si riferisce ai recenti lavori eseguiti nei sotterranei dei Gesuiti (Foto Guglia).

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posted by Paolo at 19:05 |


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