lunedì 14 luglio 2008
Nella mia vita speleologica ho intrapreso varie volte degli scavi e delle disostruzioni. In molti casi si è trattato di grotte carsiche, nelle quali cercavamo di entrare o di proseguire, e ricordo le tante ore di lavoro a rompere pietre, a caricare secchi ed a trasportare il tutto all’esterno. In altre occasioni si è trattato, invece, di cavità artificiali: stesse procedure e stessa fatica, solo applicate a strutture molto diverse dovute all’azione diretta dell’uomo.
Il salto qualitativo c’è stato, però, quando è stato possibile utilizzare attrezzature più moderne e performanti, come martelli demolitori, paranchi ed argani elettrici, nonché altre soluzioni dall’azione violenta e dirompente.
Operando nelle cavità artificiali, in realtà, non è mai stata troppo importante la “forza” dello scavo, in quanto non ci sono strettoie fa allargare nella viva roccia. E’ invece fondamentale quella che si può chiamare la “resa oraria” nell’allontanamento dei materiali, ovvero quanti metri cubi di detriti possono essere asportati giornalmente quando si opera all’interno di vani sotterranei completamente riempiti nel corso dei secoli.
Il lavoro, in questi casi, viene fatto normalmente a mano, armati di pale, secchi e tanta buona volontà.
Immaginate il mio entusiasmo quando, nei giorni passati, ho avuto la fortuna di partecipare ad uno scavo che ha visto, invece, la fondamentale partecipazione di una pala meccanica.
Non vi rivelerò l’esatta posizione del cantiere (chi ha partecipato, ovviamente, lo sa già…), ma vi anticipo che si tratta di svuotare un passaggio di collegamento fra due sistemi di vani ipogei. Operando a mano, sono stati ipotizzati almeno 2 mesi di lavoro; con l’utilizzo della piccola pala meccanica cingolata, in mezza mattinata sono stati estratti tanti detriti da riempire tre camion di media grandezza.
Personalmente, l’unica sensazione provata è stata quella di puro godimento. La terra e le pietre salivano velocemente e, una volta scaricate in carriola, solo pochi metri ci dividevano dal pianale del camion. Rapidità, efficacia ed efficienza. Un gran bel lavorare.
Stiamo ancora analizzando i dati di questa primissima fase dello scavo, ma certo, se i lavori proseguiranno con questi ritmi, il risultato finale non tarderà ad arrivare.
Ovviamente, ringrazio chi ha reso possibile l’utilizzo delle attrezzature e chi ha coordinato così validamente i lavori. A presto per un aggiornamento sull’evoluzione di questo interessante progetto di scavo e di ricerca.

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posted by Paolo at 21:49 |


1 Comments:


At 15/7/08 9:07 PM, Anonymous Anonimo

bravi!! mi dispiace un sacco non aver partecipato.. aspetto con trepidazione la fine dei lavori per sapere come sia andata e vedere qualche foto (in attesa naturalmente di poter visitare il collegamento dal vero!)!
;)