sabato 7 giugno 2008
Si è recentemente concluso il 6° Convegno Nazionale di Speleologia in Cavità Artificiali, svoltosi a Napoli dal 30 maggio al 2 giugno 2008. Devo dire che è stata una bella esperienza, ma non poteva essere diversamente vista la gente incontrata, i temi trattati e la città che ci ha ospitato.
Ho alloggiato in un delizioso B&B sito nel mezzo del rione Sanità, che posso descrivere solamente come un crogiolo ribollente di chiassosa umanità. Noi, però, stavamo all’ultimo piano di un vecchio palazzo e potevamo staccare quando era il momento, isolandoci nella nostra oasi di pace e tranquillità.
Ma andiamo direttamente al tema principale della trasferta: le cavità artificiali. Napoli è una città che, probabilmente, è unica per quanto riguarda questo argomento: millenni di passaggi sotterranei che si sormontano, sovrappongono ed aggrovigliano, scavati in una roccia tenera ma allo stesso tempo resistente. Qui si può trovare di tutto: acquedotti, cisterne, rifugi, pozzi, tombe, cave e passaggi vari, di ogni epoca e di ogni dimensione.
Come succede di solito, parallelamente ai lavori del Convegno sono state organizzate delle visite guidate alle cavità locali ed il primo giorno siamo stati accompagnati nel giro speleoturistico di “Napoli sotterranea”. Devo dire che non ho ben compreso cosa si nasconde dietro alle varie denominazioni dei soggetti che si propongono per le visite. Ho viste offerte di tour ipogei presentate da “Napoli Sotterranea”, da “Napoli Underground”, o da “I Sotterranei di Napoli”, ed ho avuto la sensazione che dietro a tutte queste intestazioni vi siano i fantasmi di scissioni e di dure contrapposizioni, il tutto legato alla sempre notevole presenza turistica ed alle relative possibilità di consistenti entrate economiche.
Lasciate da parte queste considerazioni, la visita al sottosuolo partenopeo è iniziata con “Napoli Sotterranea”, l’organizzazione che opera da più tempo.
Il commento che riguarda questa escursione si può riassumere nelle seguenti parole: bellissime le cavità visitate, ma un gruppo di circa 80 persone è decisamente troppo numeroso. Detto questo, è possibile affermare che l’unione di cisterne a cunicoli di acquedotto, a loro volta collegati a rifugi antiaerei ed a vecchie cave, forma un intreccio irresistibile. Probabilmente è stata attrezzata come percorso turistico la porzione dell’estesa rete sotterranea che meglio si prestava, ma il risultato è stato sicuramente raggiunto. Quando si attraversano i sinuosi e stretti passaggi dell’acquedotto della Bolla, oppure ci si affaccia sulla profonda cisterna piena di acqua verde e trasparente (opportunamente illuminata da apposite lampade subacquee), il turista medio non può che rimanere incantato.
Anch’io, che di cavità artificiali ne ho visitate un certo numero, devo dire che sono rimasto affascinato da alcuni scorci caratteristici e, in particolar modo, dal profilo delle alte volte, dove le caratteristiche della roccia permettono di disegnare forme e linee di estrema eleganza.
Lo stesso giorno abbiamo visitato anche i resti sotterranei del Teatro greco-romano, ma in questo caso devo dire che sono rimasto un po’ deluso: un allestimento decisamente forzato, del quale non si riesce a capire pienamente l’organizzazione. Le guide ti parlano di arcate, di gradinate, dell’imperatore Nerone, ma in realtà non riesci a comprendere dove ti trovi.
Questo il resoconto del tour fatto il primo giorno del Convegno, più avanti vi parlerò delle visite successive.

L’immagine ritrae il particolare di un cunicolo dell’acquedotto della Bolla (Foto Guglia).

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posted by Paolo at 10:08 |


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