martedì 10 giugno 2008
Concludo per il momento la mia carrellata sui film che usano le grotte come location, quindi non propriamente di carattere speleo (1 e 2), citando un’opera “fondamentale”, che ho visto molti anni fa e che ho faticato molto a recuperare. Si intitola “Alien 2 sulla terra” , anche se il richiamo nel titolo ad Alien ha fini bassamente commerciali, non avendo il racconto niente a che fare con la pellicola americana.
Si tratta di un film italiano del 1980 che, per una buona parte, si sviluppa all’interno in una cavità. Pur dovendo trattarsi di una grotta americana (California?) in realtà le riprese sono state fatte alla Grotta di Frasassi.
Devo dire che, nonostante tutto, si apprezza come ci sia stato lo zampino di qualche speleologo vero nella produzione (nei titoli è citato anche il nome di un noto personaggio, ancora in attività, quale consulente), in quanto l’attrezzatura usata era quella effettivamente disponibile allora. Tute impermeabili in PVC, discensori, caschi ed illuminazione, tutto potrebbe risultare credibile, ma - come sempre accade - vi sono anche dei particolari molto discutibili. Ad esempio si persevera nel posizionare tante corde quanti sono gli speleo in discesa: soluzione sicuramente utile ai fini dello spettacolo, ma mai utilizzata nella realtà. Vi è poi un giornalista che estrae da un sacco tubolare un’intera macchina da scrivere e questo passaggio rasenta addirittura il comico…
La trama è molto semplice: durante l'esplorazione di una grotta, una spedizione si imbatte in un cumulo di minerali di origine sconosciuta. Le pietre, però, prendono vita ed aggrediscono gli speleologi. La ragazza che guida il gruppo vede i suoi compagni morire uno ad uno e, raggiunta la superficie, si accorge che anche all'esterno le misteriose pietre hanno compiuto un'opera di conquista, impadronendosi dell'intera popolazione di una città. Ci sono tutti i presupposti per un secondo film, che per fortuna non è mai stato prodotto. Fa quasi sorridere scoprire che il regista, che usa lo pseudonimo di Sam Cromwell, si chiama in realtà Ciro Ippolito.
Belle immagini di grotta, con tante concrezioni, ma situazioni allucinanti con effetti splatter in quantità. Un film complessivamente da dimenticare, se non per alcune inquadrature del mondo sotterraneo.

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posted by Paolo at 07:26 |


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