venerdì 13 giugno 2008
La seconda uscita organizzata durante il 6° Convegno di Speleologia in Cavità Artificiali di Napoli, ha riguardato una zona decisamente più distante rispetto al centro della città. Preso un pullman abbiamo raggiunto l’area di Bacoli e siamo quindi entrati in quello che viene da sempre considerato il più grande deposito d’acqua creato dagli architetti romani. Si tratta della cosiddetta Piscina Mirabilis, punto terminale dell’acquedotto augusteo del Serino, utilizzato per il rifornimento dell’imponente flotta stanziata presso Capo Miseno.
Devo dire che, abituato alle dimensioni che possiamo trovare dalle nostre parti, sono rimasto impressionato dal volume di questa cisterna semisotterranea: 5 navate parallele, una base di 72 x 25 m, 48 pilastri cruciformi di sostegno e 15 m di altezza complessiva. Sono queste le dimensioni che caratterizzano l’imponente opera idraulica. Il poter passeggiare fra le alte colonne, lungo le pareti intonacate di cocciopesto, magari raggiungendo la vasca limaria centrale, porta ad un certo appagamento per chi è appassionato di cavità artificiali.
Si sa che l’erba del vicino è sempre più verde e perciò si guarda sempre con un occhio diverso alle tipologie di opere che non sono presenti sul nostro territorio, però bisogna prendere atto che questo serbatoio è veramente imponente. Pensare all’accumulo d’acqua depositato (si parla di 12.000 metri cubi complessivi), alla bocca di alimentazione collegata con il cunicolo dell’acquedotto e alle aperture superiori per raccogliere il prezioso liquido da utilizzare a rifornimento delle imbarcazioni formanti la grande flotta conosciuta come Classis Praetoria Misenensis, fa quindi una certa impressione.
Meno suggestiva, invece, la seguente visita alla pseudo-grotta della Sibilla soprastante il lago d’Averno, passaggio stretto, fumoso e, secondo la mia opinione, di scarso pregio costruttivo.

Nell’immagine una vista della Piscina Mirabilis (Foto Guglia)

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posted by Paolo at 06:29 |


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