mercoledì 26 dicembre 2007
Non è bello richiudersi su se stessi, rivolgendosi solamente al passato.
Anche quando arrivi ad una certa età (quella di mezzo, quando ti senti ancora giovane ma il fisico non ti appoggia più durante l’azione e, comunque, non sei ancora tanto vecchio da rassegnarti nella rinuncia alle tante cose a cui sei abituato) è estremamente pericoloso guardare unicamente a quello che sei stato.
E’ necessario continuare a coltivare i propri sogni, a nutrire i propri desideri, a plasmare un futuro che - alla fine - è ancora tutto da comporre.
Allo stesso tempo, però, quello che è stato deve rimane il saldo bagaglio da cui partire, la base sulla quale costruire. Io sono diventato quello che oggi avete davanti agli occhi (nel bene e nel male) perché ho vissuto certe esperienze, ho conosciuto certe persone, ho fatto certi sbagli. Sono imprescindibilmente legato al mio passato e non potrebbe essere diversamente.
Perciò, quando parlerete e condividerete qualcosa con me, diverrete anche voi - in piccola parte - partecipi della mia storia, delle mie avventure e dei miei dubbi, delle mie speranze e delle mie delusioni.
Ogni mia parola ed azione, se consapevole, conterrà una briciola delle mie tante giornate passate in grotta, delle notti in montagna a guardare le stelle, dell’arrancare fra le pietre con uno zaino troppo pesante, delle infinite bevute attorno ad un falò.
Non tradirò mai le mie radici e trarrò da esse le necessarie energie per andare avanti.
Quindi non guardatemi con sufficienza quando vi racconterò, ancora una volta, qualche episodio del mio vissuto (sia esso speleologico o di vita comune), perché è anche grazie a quel piccolo avvenimento che oggi sono quello che sono.

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posted by Paolo at 18:18 |


2 Comments:


At 21/1/08 12:36 AM, Anonymous Anonimo

Ti guardiamo con ben altro che sufficienza, Paolo! Il tuo bagaglio di aneddoti, oltre che essere assai efficace davanti ad una birra grande, motiva e sprona a cercare di fare qualcosa in più: mi piace il fatto che, in particolare nel tuo blog, trasmetta come tutta l'attività svolta faccia parte di un percorso individuale ed interiore.
D'altronde dobbiamo pur sfatare il motivo, ricorrente nel blog, del "Ma ai miei tempi era diverso.."! ;)

 

At 21/1/08 9:00 AM, Blogger Paolo

In effetti, qualche volta ho il sospetto di essere un po' noioso, proprio quando comincio i miei discorsi con la frase "Ai miei tempi era diverso...".
Non so se sia chiaramente recepito, ma ho la piccola ambizione di trasmettere qualcosa agli altri, specialmente ai più giovani. Precisiamo, non mi sento un maestro e penso di non dover insegnare niente a nessuno, ma sono anche convinto che sia opportuno partire sempre da dove sono arrivati quelli che ci hanno preceduto. Speleologicamente parlando (ovviamente mi limito a questo campo) credo che sia giusto considerare le radici del gruppo, la storia che ci ha portati al punto in cui oggi siamo arrivati, ed a questo proposito mi sento quasi come l'ultimo depositario delle "antiche conoscenze del passato...".
Una volta era questo il ruolo degli "anziani" all'interno della tribù e, seppur non mi senta ancora particolarmente vecchio, mi piace raccontare le storie dei tempi che furono. Come ho già detto, spero solo che, questa mia funzione altamente "culturale e formativa" (scherzo!!) non diventi mai troppo patetica e noiosa.