sabato 9 maggio 2009
Qualche volta mi ritengo una persona fortunata. Ho conosciuto molti amici ed ho visto molti posti, specialmente legati alla mia personale passione per il sottosuolo. Ho così deciso di aprire una piccola rassegna su alcuni sotterranei che ho visitato in giro per l’Italia e che ritengo particolarmente interessanti.
Partirò con alcune cavità che ho percorso nel lontano 2004, nei pressi della bellissima cittadina di Castell’Azzara (Grosseto), alle falde del monte Amiata. Ovviamente, vista la località, si tratta di miniere. Come spesso succede, si è sempre attratti da quello che non si ha e quindi, essendo la nostra regione non proprio ricca di miniere (in realtà le miniere ci sono, eccome, ma non con le caratteristiche di quelle toscane…) mi sono lasciato incantare da quelle particolari gallerie.
Mi ricordo bene di due sistemi estrattivi. Del primo rammento anche il nome “Miniera del Siele”, impianto che ha coltivato il giacimento cinabrifero più ricco del comprensorio amiatino, con tenori del minerale fino al 38% in mercurio. Aperto nel 1846 e chiuso nel 1981, il complesso è stato poi restaurato e tutti gli edifici ed i posti di lavorazione sono stati recuperati ad uso del Parco Museo Minerario dell'Amiata. Molto imponenti si sono dimostrate le strutture tecniche ancora presenti ma, a causa delle grandi piogge - purtroppo - solo un piccolo tratto delle lunghe gallerie era al momento accessibile. Mi hanno impressionato, però, i cunicoli di drenaggio che sono stati realizzati per far passare un torrente proprio sotto all’area degli impianti della miniera. Divenuto detto torrente scomodo al lavoro dello stabilimento, è stato semplicemente interrato all’interno di due lunghe gallerie a sezione quasi circolare, realizzate con rivestimento in mattoni. Vi assicuro che tutti quegli elementi di terracotta, ognuno con il proprio colore, i riflessi del torrente che scorreva sul fondo ed il rumore dell’acqua (in verità poca, nonostante la tanta pioggia) sono stati tutti elementi particolarmente suggestivi.
Sempre nelle immediate vicinanze, ho avuto l’occasione di visitare anche un secondo tipo di miniera. In questo caso ho potuto fare un salto indietro nel tempo di qualche migliaio d’anni, in quanto si trattava di gallerie di origine etrusca (ecco perché sopra ho affermato che da noi le miniere hanno altre caratteristiche…). Scesi lungo un fosso, seguendo un torrente, abbiamo iniziato a vedere delle imboccature che si aprivano ai lati. Anche in questo caso il posto era particolarmente affascinante: la ricca vegetazione, l’acqua che scorreva abbondante sul fondo della valletta ma anche lungo le pareti laterali, gli stretti ingressi che si inoltravano nella roccia scura, avevano un qualcosa di magico, di fiabesco. All’interno, le gallerie non era ne particolarmente estese ne con caratteristiche costruttive eccezionali, ma si poteva respirare l’atmosfera dei secoli trascorsi e sembrava quasi che il tempo passato potesse annullarsi e che, dietro una curva del cunicolo, potesse apparire un signore in abiti strani e con una lucerna in mano… direttamente dalla sua epoca proiettato nella nostra…
In realtà questo non è successo, tranquillizzatevi, ma l’effetto complessivo - vi assicuro - c’era veramente.
Per gli amanti delle miniere, la Toscana è sicuramente una tappa d’obbligo, anche se la Sardegna non scherza… ma di questo parleremo quanto prima.

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posted by Paolo at 16:19 |


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